Esco dalla doccia e mentre mi asciugo i capelli , frizionandoli con un asciugamani , inizio a fissare con insistenza lo specchio di questa stanza d'albergo, alla ricerca della mia immagine tra i vapori dell' acqua calda .
Lo ripulisco dalla condensa , utilizzando la manica dell'accappatoio , tuttavia l'immagine che riesco a scorgere tra le goccioline di vapore è quella distorta di un uomo stanco che dimostra più anni dei 45 che in realtà ha compiuto.
E' un uomo stanco di vivere intrappolato nelle reti delle religioni e nell'illusione di un mondo migliore.
E' un uomo senza bussola che procede al buio nello sconfinato oceano della vita .
Dopo questa prima rapida riflessione , mi sento in preda ad un improvviso stato d'angoscia , come se tutti i mali del mondo , si stessero riversando dentro di me .
Riprendo a fissare con attenzione quell'immagine che mi fissa , e quasi senza volerlo inizio a fare un breve bilancio della mia vita .
Mi sembra strano abbandonarmi a queste considerazioni , soprattutto davanti allo specchio . In effetti , è già da qualche anno che non mi soffermo davanti ad una superficie riflettente , a scrutare con attenzione , come sto facendo adesso . Cerco di evitare che i segni del tempo possano deprimermi ulteriormente . Osservando il mio riflesso, vedo infatti,capelli sempre meno radi ma sempre più bianchi , rughe più marcate, e uno sguardo meno vivace , soffocato dalle palpebre che si abbassano.
Mentre il mio cuore, invece, non sobbalza più per le emozioni,ma procede con ritmo monotono e sempre uguale .
Fisso la mia immagine negli occhi e vedo attorno a lei un mondo arido e spietato .Mi chiedo dove sia finito quel mondo perfetto dove abitava quel ragazzo buono , capace di sognare , che c'era prima al suo posto.
Quando avevo vent'anni , la vita sembrava essere buona con me, mi consentiva ogni eccesso e sembrava volesse farsi perdonate per non avermi concesso un'infanzia non eccezionale, in realtà mi stava illudendo che avrei vissuto con serenità .
Poi ad un tratto ha buttato via la sua maschera di madre benevola e si è mostrata in tutta la sua crudeltà ed efferatezza .
Ha iniziato a rovesciarmi letame sulla testa , infliggendomi ogni sofferenza possibile , ultima delle quali è stata quella di avermi portato via un figlio prima che fosse nato, privandomi così anche del ricordo del suo volto .
Oggi faccio fatica a vivere , stretto nella morsa di una perversa depressione e di feroci dolori alle ossa , che mi privano anche del riposo notturno.
L'unica luce che fende,anche se temporaneamente , questa lunga notte della mia vita , donandomi pochi attimi di serenità sei tu .
Massimiliano Sanfilippo