venerdì 22 aprile 2016

Questa non la sapevate.



Questo post nasce da uno stimolo prodotto da una riflessione sull'arte di sfuggire alla vita reale sia essa dolorosa o soltanto noiosa di un'amica, la ritengo tale anche se virtuale; Nadia Mogni nel web @Evaporata.


Una parte della mia vita che ho ritenuto fosse personale e di cui non ho mai parlato se non a pochissimi intimi è stato il mio cancro.
E' tempo di rompere il tabù e il riserbo.
La lotta inizia alle prime indagini strumentali e subito capisci che se fosse facile non sarebbero tanto pressanti e invasive.
Avuta la sentenza e la dichiarazione di guerra scritta a mano, color del sangue,inizia la rappresaglia.
Tutto inizia con la chemioterapia .
Non puoi passare nove settimane a vedere sgocciolare una serie di flebo per sette ore ed è lì che inizia il rifugio nel tuo mondo sotterraneo; scavi i ricordi e le sensazioni che allora li avevano accompagnati.
Per non pensare troppo a tutto quel veleno che ti stanno iniettando , per continuare a sognare di essere sana e bella come una rosa di maggio.
Il peso maggiore per me è stata la radioterapia e qui vi devo brevemente spiegare come funziona,per farvi capire.
Una tac per la "puntatura" del raggio che dovrà minare alle fondamenta al drago e durante questa con la testa totalmente immobile al lettino della macchina modellano una maschera che una volta asciutta sarà il tuo scudo.
Ora non pensate a nulla di allegro; è dotata di "bottoni" che sul lettino della Tomografia ti imprigioneranno per quaranta buoni minuti per trenta giorni.
Già capisci di scendere agli inferi quando l'ascensore indica piano-2.
Solo una piccola feritoia per respirare,nemmeno la possibilità di aprire gli occhi, le ciglia non ci stanno; tanto per rendervi conto dell'aderenza estrema .
Era novembre e i miei appuntamenti erano sempre di tardo pomeriggio ; buio fuori e dentro; occorreva reagire e al più presto.
Così per tornare al punto ; evadevo con la mente.
Ogni giorno appena mi " infornavano" nella macchina immaginavo di esplorare un paese diverso e di ammirarne i paesaggi, i monumenti .Pensavo di socializzare con gli abitanti, e di imparane la lingua e le tradizioni, la cucina.
Da pazzi dite ?
Io la chiamo istinto di sopravvivenza.
Ho viaggiato per mezzo mondo,supportata dalle mie conoscenze geografiche e dal mio amore infinito per l'arte.
Ha ragione Nadia a sostenere che la fantasia è la migliore risposta quando le cose si mettono male; rigenera.
Un paio di giorni fa in una collegiale con l'oncologo, il chirurgo e appunto la radioterapista sono stata accolta da un "ciao roccia".
Forse ; di certo è che ora mi conosco molto di più e questo nessuna macchina, nessuna terapia può darti.

Volate ,vale la pena provarci.




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