mercoledì 16 settembre 2015

A S(Q)UOLA !









E venne l'ora !
Grembiulino stirato , fiocco inamidato,cartella nuova fiammante che contiene l'astuccio , il sussidiario come si chiamava allora , un quaderno a righe e uno a quadretti , il diario dove appuntare i compiti a casa.
Mano nella mano di mamma ci si avvia a scuola.
E' un locale di fortuna ricavato dalla canonica della chiesa, quella nuova è in costruzione e verrà finita quando entrerò in quarta.
Siamo tanti in classe, trentacinque,tutti figli del boom economico degli anni cinquanta e ci alterniamo con un'altra classe una settimana al mattino e una settimana al pomeriggio rubando tempo al gioco e agli amici di cortile.
Un saluto e un bacio e comincia l'avventura.
Vecchi banchi con più strati di vernice che legno,il calamaio che il bidello si premura di tenere fornito d'inchiostro; alle pareti i poster con le lettere dell'alfabeto e una figura per associarle.
A come ape.
B come bruco.
Arrivando fino a Z come zebra.
A pensarci era animalista il nostro abbecedario.
Inizia la lezione !
Si aprano gli astucci !
Contengono una miriade di meravigliosi oggetti.
Dodici pastelli colorati, due matite,pennini , un temperamatite verde a forma di tartaruga , la gomma rosa e blù, una parte ruvida per cancellature poderose e l'altra più morbida per lievi correzioni.
La stilografica  arriverà solo in seconda elementare, regalo della promozione con tutti dieci; allora gli insegnanti erano di manica larga.
In terza la bici nuova.
In quarta ...non lo ricordo più,ma ricordo perfettamente il regalo di quinta.
Un meraviglioso orologino d'oro che tutt'ora conservo a memoria di quegli anni, spensierati anche se non lo sapevamo.
Eravamo ricchi solo di sogni e fantasia ma capivamo il valore delle cose; lo insegnavano i genitori quando la sera controllavano i conti; questo per la bolletta della luce, questo per le scarpe di nonna ...piccola economia domestica che preparava alla vita, formativa tanto quanto la scuola.
Sembra siano passati secoli invece si parla "solo" di cinquantanni fa.
Noi che a scuola ti accompagnavano il primo giorno poi " rangent " che al massimo ti venivano a prendere se pioveva e non avevi l'ombrello.
Noi che a piedi o in bicicletta ogni giorno facevamo chilometri per potere dire all'appello " presente "
Noi che quando c'era la neve tagliavamo per i capi per fare il "cristo " .
Noi che del bimbo che eravamo conserviamo i sogni e i ricordi.

A S(Q)UOLA !!!