domenica 2 febbraio 2020

dal blog: " Fra le righe"



Prendo spunto da una recente conversazione avuta con un amico.
Si ragionava di Storia, materia che ho apprezzato negli anni mentre in età scolastica me ne tenevo ben lontana segno di immaturità fortunatamente superata.
Almeno credo!
Ci si chiedeva per quale ragione non si sia capaci di fare i conti con il passato.
Pare poco invece è fondamentale se si vuole avere una visione del futuro plausibile.
Sostengo una cosa molto semplice.
Le persone ,qualora interessate all'argomento,si dividono in due gruppi.
Ci cono quelli che nella Storia cercano le colpe e c'è chi ne insegue le cause.
Ritengo che i primi si troveranno sempre in conflitto polemico che non va oltre la partigianeria sterile e ostile ad ogni argomentazione.
Mentre i secondi , in modo più fruttuoso,provano a rintracciare le cause per non commettere gli stessi orrori.
Una razionalità banale mi spinge a pensare che sia numericamente in vantaggio la prima schiera visto l'esiguità di dialogo sereno che avverto intorno.
A partire dai politici che dovrebbero fare ragion d'essere della premiante analisi dei motivi e che invece preferiscono più comodamente declinare superficialmente su qualunque cosa.
Una classe dirigente che non trova motivazioni sufficienti per sforzarsi di dare un senso al passato non ha diritto di chiamarsi tale.
La ragione di tutto questo è semplice alla fine;oltre alla pigrizia morale che li affligge e una bella dose di superficialità che demarca la loro pochezza,oltre a questo ,è gravissima la carenza di una solida base culturale
E quella non si crea con selfie o discorsi urlati.
La cultura è l'umiltà di riconoscere che siamo sempre carenti in qualcosa e che qualcun altro potrà insegnarcelo.
La cultura è scambio.
Esattamente come nella Storia dove si scambiano merci, opinioni e popoli.
Non mi dilungo oltre.

sabato 28 settembre 2019

dal blog : Noi & Loro"



Il sottotitolo dovrebbe essere " insieme".
Ieri si è svolta , con notevole successo,una bellissima manifestazione in favore dell'ambiente.
Ragazze e ragazzi,festanti e colorati , con cartelli ironici e moniti molto seri hanno espresso tutta la loro preoccupazione e la loro voglia di cambiare il corso delle cose con una luce negli occhi che mi fa sperare .
Di quei ragazzi si è scritto e detto di tutto, incluse offese gratuite rivolte a Greta; la ragazza che ha saputo smuovere le coscienze , anche negli adulti.
Non intendo farne una martire o un Messia Green ma al tempo stesso difendo quel che sta facendo con l' impegno e l'entusiasmo proprio di quell'età , quando sognare è ancora lecito e prima di scontrarsi con la realtà.
Se riuscissero ,anche solo in parte,.ad ottenere un contenimento delle immissioni o modificare il comportamento  nel nostro modo di vivere e renderlo sostenibile , già sarebbe un risultato stratosferico.
Ora, al posto delle critiche gratuite di alcuni bastian contrari per contratto ; un nome su tutti Feltri; io proporrei un patto fra generazioni.
La mia ha fallito sul discorso ecologista;si c'erano già WWF e Lega Ambiente ma quando ne parlavi ricevevi degli sguardi di compatimento; mancava la pacca sulla spalla a significare che almeno non facevi male a nessuno.
Ora invece le cose sono cambiate.
Mi farebbe piacere che la mia generazione si impegnasse nell'altrettanto basilare campagna per combattere le diseguaglianze.
Sono due impegni da affrontare insieme mettendo a disposizione gli uni con gli altri idee e possibili soluzione.
Non possono essere disgiunte devono essere sincrone per forza di cose.
Questo, a mio avviso, sarebbe un volano anche per l'economia che ristagna proprio per l'antica visione del mondo in cui si muove.

Il mio timore è che tutto il movimento di #FridayForFuture venga strumentalizzato a scopo politico.
Già vorticano in cielo gli avvoltoi .
Quei ragazzi prima o poi voteranno e allora dai a riempirsi la bocca di grandi parole.
Tutti ecologisti i nostri partiti.
Strumentalizzarli sarebbe un delitto.

E' la nostra ultima spiaggia,a noi decidere se camminare insieme o darsi le spalle e andare via.


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venerdì 8 marzo 2019

Dal blog " 9 Marzo "

   


Archiviata la giornata internazionale dedicata alle donne restano un mazzetto annerito di mimosa e una amarezza che nulla cancella.

Come ogni anno la celebrazione è affidata a frasi fatte, buone intenzioni cui nessuna di noi crede più e forse non ha mai creduto.

Perché sono i fatti a parlare  non le parole.Perché la condizione femminile da qualunque parte la si voglia esaminare è un pianto.

Ostacolata in carriera e mal pagata se per azzardo decide di avere figli non è raro che al rientro dal  congedo di maternità si ritrovi demansionata nel ruolo ricoperto; questo perché la poverina ha avuto l'ardire di sognare una vita sua, una vita piena.A nessun uomo succede questo quando diventa padre,c'è da chiedersi come mai.

Ed ora vediamo l'altro lato, la famiglia come dovrebbe essere o come la sogniamo .
Non il mondo artefatto del Mulino Bianco per carità!
Un luogo dove confrontare idee, sentimenti e progetti futuri.
Dove condividere tutto il bello e talvolta anche il brutto che la vita ci offre.
Con rispetto.
E qui casca l'asino come si dice.
Il rispetto per molte donne è un lusso che mai raggiungeranno.
Le donne migranti, le donne stuprate,le donne che subiscono ogni forma di violenza fisica, verbale o psicologica.
Eppure son donne !
Ci amate così tanto quando vi presentate con il mazzetto di mimose ma subito dopo,cari uomini, non siete al nostro fianco a provare a vincere una battaglia di grande civiltà.
Sarebbe meglio anche per voi essere solidali non solo a date fisse o tempo perso ma costantemente ogni giorno e ancora.
Non vi imbarazza che la vostra collega a parità di prestazioni e ruolo guadagni il 15% mediamente meno ? Potrebbe essere vostra moglie o vostra figlia in quel caso che fareste ?
Che fareste se vostra madre subisse violenza in famiglia, vi girate dall'altra parte ?
Il coraggio di vivere non impegna solo un giorno ma tutto l'anno.
Noi lo facciamo con tenacia e ostinazione;sono le donne che per prime si incamminano sulla strada del cambiamento,siateci al fianco finalmente.
Sogno un futuro dove non ci si divida in uomini e donne ma ci si riunisca tutti insieme nella parola persona.
Cominciate a considerarci persone è un nostro diritto che troppe volte viene alienato.


Pubblico questo mio piccolo appello con un giorno d'anticipo perché so che domani sarà tutto passato e tutto scorrerà malamente come prima .


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domenica 20 gennaio 2019

Dal blog. "Tempo perso"



Chi l'ha perso ?
E perché?
Se lo trovo a chi lo porto ?


Perdere tempo può essere arte o disgrazia.
Arte per chi lo fa come si comanda fra facezie,visionarie dissertazioni e indecifrabili oniriche figure retoriche.
Credete è meno facile di quel che si pensa.
Occorre estraniarsi dal contesto,farne un non luogo ma non un vuoto pericoloso  che crea disagio e ne smarrisce il fine.
Perdere tempo con letizia e un briciolo di eleganza.
-Sono brava a perder tempo;son qua da ore e ancora non ho deciso cosa fare o dove andare;mi siedo e penso come perdere altro tempo.-
Ben diverso è temporeggiare che presuppone uno scopo.
Per questo è un'arte come il ricamo o l'acquerello.

Potrebbe essere anche una disavventura se il tempo che perdi è quel poco che hai,una strada senza uscita,la via del non ritorno.
In genere in queste situazioni prevale l'ansia che noi stessi alimentiamo nutrendola di se e ma troppo scotti,indigeribili al benessere umano.
Più perdi tempo e più di allontani dalla possibilità di ristabilirne il controllo.
E questa è una pessima cosa.
Esiste qualcuno che abbia ottenuto la padronanza del tempo ?
Nel caso vorrei conoscerlo ma perderei ancora tempo.
Una spirale vorticosa che porta a pensieri cupi.
Una follia.

Alla fine arriva il dubbio.
Se trovo il tempo perso a chi lo porto?
Non posso chiuderlo un un pacchetto e regalarlo al primo che passa.
-Scusi signore,ho trovato questo,lo vuole ?-
E non è detto che sia il mio o il suo o di chissà chi altro.
E se fosse tempo perso da un ergastolano che ne ha tanto diventerei cattivo o peggio ancora violento ?
Se fosse di uno scienziato e servisse a completare qualche strano oggetto per il bene dell'umanità e finisse in brutte mani ?
Nessuno lo vorrebbe quel pacchettino pieno di tempo,troppo pericoloso.


Ho deciso.
Se continuo a perdere tempo significa che ne ho,si così farò!



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martedì 18 settembre 2018

dal blog : " Basi e vertici "



Questa è una dissertazione di geometria politica per come la conosco io.

Partiamo dalla base come è giusto che sia per edificare correttamente una nuova costruzione, accessibile e sicura.Se poi fosse anche esteticamente ed eticamente armonica sarebbe un clamoroso successo,roba da luoghi del cuore salvaguardata dal FAI.
La base erano tutte quelle persone che, ognuno a modo suo, collaboravano perché il Partito fosse sempre protagonista, al centro del'agone politico e spalleggiavano qualunque scelta venisse fatta al vetrice della piramide del potere.
La frase che aleggiava era "L'ha scritto l'Unità" il che poneva fine a qualunque analisi critica.
Gente che con i giornali faceva cappelli da muratore lavorando alle feste del'Unità , che si prendeva le ferie per dare il meglio del meglio, che partecipava ai comizi di chiusura in folle oceaniche che con orgoglio e fervore applaudiva il leader, poco alla volta,soprattutto i giovani capirono che quei giornali era meglio leggerli per formarsi una propria opinione, per non prendere tutto come oro colato.D'altra parte era stato Gramsci a ricordarci "Studiate,studiate,studiate"-
Alcuni l'hanno fatto per il motivo sbagliato pensando solo a prendere al volo l'ascensore sociale che in quegli anni ancora dava la possibilità di salire ed elevarsi dalla massa.
Molti altri più sensatamente studiarono per se, consapevoli che una buona cultura è propedeutica a raggiungere il vertice politicamente attrezzati.
Detta così sembra la favola di Carroll dove Alice siamo tutti noi che pensavamo fosse un tocco distintivo,un sigillo di nobiltà d'animo.
Eravamo fieri della nostra incorruttibilità e ci fu un tempo che questo ci veniva riconosciuto anche dagli avversari politici.
Poi anche i vertici si persero nel marasma della politica italiana dagli anni novanta in poi.
Dall'avvento di Berlusconi in poi la politica della sinistra è stata tutta un arrancare,tutta contro e nulla per.
A forza di non fare proposte e lasciare che il battibecco prendesse il sopravvento si sono sgretolati tutti i sani principi che erano nelle corde dei militanti.
E' stata una gigantesca operazione di distrazione di massa e ancora oggi perdura;artefici i nuovi barbari Salvini e Di Maio e noi ancora a fare le banderuole senza nessuna capacità di reazione, senza proposte.
Hanno disperso un patrimonio umano e civile ed ora si guardano in cagnesco l'un l'altro.
E' questa l'ingloriosa fine di un partito che non ha saputo tenersi stretti le persone e i valori che rappresentavano.Il partito cui Renzi ha dato il colpo di grazia,divisivo e arrogante come è.
Dire sconsolata è poco .
L'ultima chiamata è il congresso .
Ma sia un vero congresso,discusso e dotato della volontà di cambiamento serio.
Chi deve faccia autocritica che non fa mai male.
In una parola sia un congresso onesto,leale.
Se non ci riuscite,cari vertici,avrete miseramente fallito.
Tornate a studiare e ripresentatevi alle piazze solo quando avrete capito che la società è liquida,mutevole ma un punto fermo esiste e si chiama identità. 
So di chiedere la quadratura del cerchio ed è l'ultima mia richiesta.
Alle prossime elezioni dove si poserà la mia matita dipende solo da voi e non penso di essere la sola ad aspettarsi un segnale di riflessione sincera,concreta.


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lunedì 20 agosto 2018

Mari Piani: Silenzio, perché

Mari Piani: Silenzio, perché: A miche care, amici, Ho scelto, in questi giorni difficili e tristissimi, di rimanere in silenzio. - In silenzio! Mi riferisco...

sabato 18 agosto 2018

dal blog : " Opinioni personali"



Nel giorno del lutto, espresso in molti modi e diversi livelli di compartecipazione, non mi esimo da un pensiero personale.
Io credo fermamente che il lutto sia un fatto personale da condividere solo con chi ha vissuto,amato,rispettato la persona che è venuta a mancare le cui lacrime sono sincere,sofferte.
La cerchia di famigliari e amici o colleghi che a vario titolo hanno trascorso un pezzo più o meno lungo di un cammino comune con l'estinto conserverà di lui o lei solo i ricordi più cari e intimi;per loro non sarà mai una salma da ostentare in funerali solenni celebrati con le alte cariche dello Stato.
Cosa hanno quelli in comune con la vittima?
Solo le circostanze del decesso di cui sono largamente responsabili.
Tutti.
Ma non potranno mai conoscere l'essenza di quella persona.
Allora dico si potrebbero evitare queste inutili esternazioni ?
In queste circostanze rifiutare le esequie di Stato è stato un atto di protesta dura e ragionata a cui mi associo.
Sarebbe stato come assolvere i sicari, i mancati controlli,i passacarte, tutti quelli del si,no,forse che vanno a spasso nei vari ministeri da decenni senza concludere nulla,anzi aggiungendo danni a danni.
Fosse toccato a me mai avrei voluto che si pavoneggiassero fintamente contriti sul feretro di un mio caro.
Per questo sono solidale con chi ha rifiutato la sceneggiata e ha preferito piangere lontano dalle dirette TV ,cannibali moderni che come avvoltoi spaziano sui visi per cogliere il luccichio dei pianto,composto e inconsolabile per chi non c'è più.
Non è tempo di teatro,è tempo di far capire a lor signori che non siamo comparse nella vita ma protagonisti.
Spero che questo gesto li faccia riflettere una buona volta.


Onore e rispetto.
Solo questo chiedono.


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